Seccare, Raiyye; Battuta

aprile 2, 2024

Seccàre
Latino siccare ‘rendere secco, inaridire’.
Verbo transitivo (io sécco, tu sécchi ecc.).
1. Rendere secco, asciutto, privare degli umori o dell’umidità normalmente esistenti, con soggetto riferito soprattutto ad agenti atmosferici a danno di corpi organici: il caldo estivo ha seccato l’erba.
(estensione) Far perdere in tutto o in parte il contenuto acquoso a frutta, verdure, pesce, carni fresche per conservarle, il termine tecnico è disidratare: seccare i fichi al sole, al forno; il merluzzo seccato all’aria viene chiamato ‘stoccafisso’.
(figurato) Inaridire, privare della vitalità, del vigore: lo stato di depressione ha seccato all’improvviso tutte le sue energie.
Frequente l’intransitivo pronominale seccarsi: questo fieno s’è seccato troppo; a stare tanto al sole ti si è seccata la pelle; in senso figurato, specialmente in formule di scongiuro o d’imprecazione: mi si secchi la lingua se dico una bugia! Anche senza la particella pronominale: venne una tremenda canicola e così i pascoli e i pozzi seccarono e la gente moriva (Pavese); anche a lasciarli seccare questi fiori rimangono belli.
Prosciugare, privare completamente un luogo, una cavità dell’acqua che vi è contenuta o che vi scorre: seccare una palude; estensione, rendere secco, privo di umidità: il gran parlare m’ha seccato la gola.
Come intransitivo pronominale, prosciugarsi, diventare asciutto: con la lunga siccità il torrente si è seccato.
2. (figurato) Infastidire, importunare: vengono continuamente a seccarmi la domenica mattina; disturbare: devo concentrarmi nel lavoro, avvisa tutti che non voglio essere seccato per nessun motivo; annoiare, stancare: cambia programma, per piacere, questa musica mi ha seccato; fu, da quel punto in poi, una vita delle più tranquille …; di maniera che, se ve l’avessi a raccontare, vi seccherebbe a morte (Manzoni).
Frequente l’intransitivo pronominale: mi sono seccato di sentirvi litigare dalla mattina alla sera!; mi secco ad aspettare troppo.

Una (parola) giapponese a Roma

Raiyye [raj’ie]
Voce turca, dall’arabo ra’i’a ‘imposizione’.
Sostantivo maschile plurale.
(storia) Nell’Impero Ottomano fino all’inizio del secolo XVII, chi si trovava in uno stato di dipendenza feudale dai Turchi.
Dal secolo XVIII, tutti i sudditi non musulmani dell’Impero.
Nella propaganda religiosa o politica europea dal secolo XVII in poi, i contadini di religione cristiana soggetti ai Turchi.

Battuta obbligatoria

Il 5 aprile 2013 Giovanna Giordano ci scrisse, prontamente pubblichiamo il suo contributo che risulta comunque valido anche quest’anno, almeno in Piemonte.

— Ti passo una battuta obbligatoria vecchia almeno quanto me, che si è rivelata utilissima nell’occasione delle recenti festività. Quando a Pasqua il tempo è brutto, meglio se nevica, è di rigore augurare “Buon Natale”. —

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