Archive for novembre, 2017

R- Certosino, Omissis; Paesi: Lesbismo; Retorica; Perle

novembre 30, 2017

Certosìno
Derivato di certosa, dal francese chartreuse, da (Grande) Chartreuse, nome di un massiccio nella regione di Grenoble dove nel 1084 venne fondato il primo monastero certosino.
Sostantivo maschile.
1. Religioso di regola eremitica dell’ordine fondato da san Brunone di Colonia nel 1084.
2. (estensione) Chi conduce una vita di solitudine e di sacrificio.
Lavoro da certosino: minuzioso, che richiede molta pazienza.
3. Nome italiano di un liquore simile alla chartreuse.
4. Panforte bolognese.
5. Nome commerciale di un formaggio lombardo dolce, molle e grasso.

Aggettivo.
1. Relativo all’ordine religioso fondato da san Brunone: monaco, monastero certosino; regola certosina.
2. (figurato) Da certosino, degno di un certosino: pazienza certosina.
3. (gatto) Certosino, di grande taglia, con pelo folto e morbido di colore grigio-azzurro.

Una (parola) giapponese a Roma

Omissis [o’missis]
Voce latina; abbreviazione della locuzione ceteris omissis ‘omesse le altre cose’.
Sostantivo maschile invariabile.
1. Parola che, inserita in citazioni o copie di documenti, avverte che una parte più o meno lunga del testo originale è stata tralasciata perché ritenuta non essenziale.
2. (estensione) Punto, argomento importante che è taciuto o ignorato deliberatamente in uno scritto o in un discorso: la relazione del ministro conteneva troppi omissis.

Nomi di paesi, la parola

Lesbìsmo
Derivato dall’isola di Lesbo.
Sostantivo maschile.
Omosessualità femminile; saffismo (con allusione al costume omosessuale tradizionalmente attribuito alle donne di Lesbo).

Certosino e lesbismo sono di Marco Marcon.

La retorica per tutti

Asianésimo
Anche asianismo.
Derivato del latino Asianu(m), propriamente ‘asiatico’, perché gli oratori di tale indirizzo provenivano soprattutto dall’Asia Minore.
Sostantivo.
Nell’antichità greco-romana, stile oratorio e indirizzo letterario che propugnava l’uso di un linguaggio esuberante, ricco di artifici retorici; si contrapponeva all’atticismo.
(estensione) Eccessiva ricercatezza di stile.

Atticìsmo
Dal latino tardo atticismu(m), che è dal greco attikismós.
Sostantivo maschile.
1. (linguistica) Vocabolo, forma o costrutto tipico del dialetto attico.
2. Nell’antichità greco-romana (secolo I a. C.), indirizzo letterario e retorico che propugnava uno stile sobrio e limpido, a imitazione degli scrittori attici classici; contrapposto ad asianesimo.
(estensione) Limpidezza e sobrietà di linguaggio, di gusto.

Perle dai porci

"Da valutare la necessità/opportunità di dotarsi di un SW ad OK, …"
Da una presentazione tecnica su lucidi.

Proposta da Piero Mozzone.

R- Empito, Impeto, Tot; Paesi; Nomi; La sai!; Rovinata

novembre 29, 2017

Parole a confronto

Émpito
Latino impetu(m), composto di in- ‘in-‘ e un derivato di petere ‘andar contro, assalire’.
Sostantivo maschile.
(letterario) Forza violenta, improvvisa e rovinosa: l’empito di un fiume in piena.
(figurato) Impulso incontenibile, slancio, ardore: l’empito della passione; empito lirico, afflato poetico forte e ardente.

Ìmpeto
Dal latino impetu(m).
Sostantivo maschile.
1. Moto improvviso e violento di cosa o persona che investe con forza qualcosa o qualcuno: l’impeto delle onde, della bufera; gettarsi, scagliarsi con impeto contro la porta; sostenere l’impeto del nemico.
2. (figurato) Improvviso moto dell’animo: impeto d’ira, d’amore, di collera; lo colpì in un impeto di rabbia; agire d’impeto, senza riflettere.
Foga, concitazione: nell’impeto del discorso.

Una (parola) giapponese a Roma

Tot
Dal latino tot ‘tanti’.
Aggettivo.
1. Tanti (si unisce a sostantivi plurali e indica un numero imprecisato che non occorre determinare o riferire): se guadagna tot milioni l’anno, ne spende tot più uno.
2. Tale (unito a un sostantivo singolare): il giorno, il mese tot.

Pronome.
Un tanto, una certa quantità (anche sostantivato): spendere tot per il vitto e tot per il vestiario; vogliono un tot al mese.

Nomi di paesi, la parola

Bengòdi
Composto di ben(e) e godi, imperativo di godere.
Sostantivo maschile.
Nome di un immaginario paese dove regnano allegria e abbondanza: il paese di bengodi; in una contrada che si chiamava B., nella quale si legano le vigne con le salsicce … (Boccaccio).

Pòntico
Dal latino Pontica radix ‘rabarbaro’, del Ponto, del mar Nero.
Aggettivo.
(antico) Amarognolo, aspro, detto di alcuni frutti e del vino: cotogna pontica.

Bengodi e pontico sono prodotti da Marco Marcon.

Nomi di dire

Filo d’Arianna
Nella mitologia greca, il filo che Arianna diede a Teseo per orientarsi nel labirinto.
(figurato) L’espediente, l’idea che permette di uscire da una situazione difficile

Da Mauro Cociglio.

La sai l’ultima!

Perché i cinesi sono gialli? Perché fanno pipì controvento.

Non fa ridere, ma tecnicamente credo sia una barzelletta. Di Marco Marcon.

Rovinomi di dire

Penelope di tela
Organo sessuale di antilope maschio tessuto.

Ritorna il nostro toscanista preferito, Riccardo Lancioni.

R- Apo-, Navaja; Uomini; Paesi: Palazzo; Nomi di dire

novembre 28, 2017

Apo-
Prefisso derivato dal greco apó ‘da’, presente in composti di origine greca o di formazione moderna, dove indica ‘separazione, allontanamento, differenziazione’ (ad esempio, apostasia).

Una (parola) giapponese a Roma

Navaja [na’vaha]
Voce spagnola, latino tardo navacula(m) ‘rasoio, coltello’, da una radice indeuropea che significa ‘grattare’.
Sostantivo femminile invariabile.
Sorta di lungo coltello a serramanico dalla lama leggermente ricurva, in uso nei paesi di lingua spagnola e portoghese fino al secolo XVIII, ma diffuso anche nell’Italia meridionale e in Francia, specialmente in Corsica.

Uomini e parole

Bosòne
Dal cognome del fisico S. N. Bose (1894-1974).
Sostantivo maschile.
(fisica) Ogni particella atomica o subatomica dotata di spin 0 o 1 e descrivibile con la teoria statistica di Bose-Einstein.

Proposta da Marco Marcon.

Nomi di paesi, la parola

Lambrétta
Marchio registrato, da Lambrate, nome del luogo di produzione.
Sostantivo femminile.
Tipo di motoretta analogo alla Vespa, prodotto in Italia nel secondo dopoguerra.

Palàzzo
Latino Palatiu(m) ‘colle Palatino’, poi ‘palazzo imperiale’, che nella Roma imperiale sorgeva su quel colle.
Anche, antico o letterario, palàgio.
Sostantivo maschile.
1. Edificio di grandi proporzioni e di pregio architettonico, adibito soprattutto un tempo ad abitazione di re, principi o famiglie nobili, e oggi per lo più a sede di organi di governo, di uffici pubblici, di istituzioni culturali e simili: palazzo reale, imperiale; palazzo Madama, Pitti, Farnese.
2. (estensione) Corte di un sovrano: congiura di palazzo, organizzata all’interno stesso della corte.
3. (figurato) Nell’uso giornalistico, simbolo del potere politico, considerato nei suoi aspetti negativi di estraneità e di prevaricazione rispetto alla volontà e alle esigenze dei cittadini.
4. Grande edificio destinato a una particolare funzione.
Palazzo di giustizia: dove hanno sede gli uffici giudiziari di una città.
Palazzo dello sport: impianto per manifestazioni sportive al coperto.
Palazzo del ghiaccio: impianto coperto per gli sport del ghiaccio.
5. Casa di abitazione civile, grande, a più piani e con più appartamenti.

Nomi di dire

Signore e signori,
prende vita oggi una nuova rubrica ideata da Mauro Cociglio, non staremo a spiegarne il contenuto per non offendere la vostra intelligenza. Al solito, ci attendiamo contributi da tutti i lettori.

Tela di Penelope
(figurato) Lavoro che sembra non avere termine perché sempre rivisto, corretto, rifatto.

Fornita da Mauro Cociglio.

Cortesia, Lime; Rovinata; Canzone

novembre 27, 2017

Avviso

La congiunzione dell’inverno, del termine del concorso e di impegni lavorativi per il vostro curatore farà sì che la Parolata andrà in letargo per qualche tempo. Riprenderà un giorno imprecisato del prossimo gennaio, per ricominciare con i numeri freschi e per smaltire i contributi che vorrete inviare durante questo periodo di ristampe. Buona fine anno e buone feste.

Parole a confronto

Corteṡìa
Derivato di cortese ‘(proprio) della corte (feudale).
Sostantivo femminile.
1. Complesso di qualità, tra cui rispetto verso gli altri, benevolenza verso gli inferiori, liberalità, piacevolezza di conversazione, disdegno d’ogni viltà, difesa degli oppressi e della donna, che, nell’educazione cavalleresca del medioevo, costituivano una caratteristica dell’uomo di corte: cortesia e onestade è tutt’uno: e però che ne le corti anticamente le vertudi e li belli costumi s’usavano … si tolse quello vocabulo da le corti, e fu tanto a dire c. quanto uso di corte (Dante); Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, Le cortesie, l’audaci imprese io canto (Ariosto).
2. Gentilezza di modi nei rapporti con altre persone, rispettosa e garbata deferenza: la vera cortesia de’ modi consiste in un abito di mostrarsi benevolo (Leopardi); u
Specchietto di cortesia: lo specchietto che nelle autovetture è applicato di solito sul retro dell’aletta parasole, ad uso della persona che siede accanto al guidatore.
Luci di cortesia: le luci poste nell’interno dell’abitacolo in posizione adatta perché le persone trasportate possano servirsene per consultare carte o per altra operazione che richieda un breve tempo d’illuminazione.
Auto o vettura di cortesia: quella fornita da una concessionaria o da un’officina al cliente che lascia la propria per manutenzione, riparazione ecc.
Bicchiere di cortesia: degustazione di vino o spumante offerta gratuitamente in alberghi, gite organizzate, promozione di prodotti e simili.
Con significato concreto, atto cortese: è stata davvero una cortesia, la vostra, di avvertirmi; fammi la cortesia di consegnargli questo biglietto. Anche in tono risentito: fammi la cortesia di smetterla.
3. (antico) Modo di vivere liberale: avendo in cortesia tutte le sue facultà spese (Boccaccio).
Atto di generosità, dono, mancia: fare a qualcuno la cortesia d’una cosa, donarla.

Una (parola) giapponese a Roma

Lime [‘laim]
Voce inglese, dal francese lime, a sua volta dall’arabo lim.
Sostantivo maschile invariabile.
1. (botanica) Albero del genere Cedro coltivato nelle regioni tropicali e nell’Italia meridionale per i frutti, la cui polpa è atamente vitaminica e la cui buccia fornisce un olio essenziale.
Il frutto di tale albero. Sia l’albero che il frutto sono anche chiamati limetta.
2. (estensione) Il succo che se ne ricava e, anche, la bevanda dissetante a base di estratto di limetta.

Il vostro curatore non ne era sicuro, e ha dovuto andare a controllare: la linea di detergenti al lime che alla fine degli anni ’70 era prodotta dalla Fa (era l’azienda produttrice o solo la linea?) era pubblicizzata come al "Laim dei Caraibi".

La parola rovinata

BORDELLINE
Il punto più basso della prostituzione.

Di Franco Palazzi.

La Canzone Settimanale Enigmistica

Siamo giunti alla proclamazione dei vincitori del concorso La canzone settimanale enigmistica, il concorso con più tentativi di imitazione.
Innanzitutto vogliamo ringraziare Omero Mazzesi, che ci ha permesso di giocare per tutto questo tempo. Lasciamo la parola a Omero.

— Mi dispiace che le ultime due canzoni siano finite ingloriosamente con il minimo dei partecipanti, ma forse erano troppo difficili.
E mi dispiace anche che siamo arrivati a fine concorso.
Ricorda che dei titoli ne ho ancora, quindi se in futuro ti serviranno, magari per un periodo di concorso più breve, io sono sempre a tua disposizione.
Io ti ringrazio per lo spazio datomi e per la collaborazione che mi hai dato e auguro a te e alla Parolata le più belle cose. —

Sei gentilissimo, Omero, di sicuro approfitteremo delle tue canzoni per organizzare un altro giro di canzoni.

Poi ci ha scritto M.Fisk.

— Lascia che ti esprima un grande ringraziamento per questo anno abbondante di sfida e di divertimento! —

E Fermassimo.

— Complimenti all’autore! —

E altri complimenti e ringraziamenti che ci sono giunti durante le 52 settimane di concorso e che abbiamo già girato a Omero.

Proclamiamo quindi vincitore del concorso Fermassimo, con ben 50 canzoni indovinate su 52!
Una menzione particolare va a BettyBlu che ha guadagnato più punti di tutti: ben 394 su un massimo possibile di 520!
Infine, il nome più atteso: colei o colui che otterrà il premio a sorteggio.
(Stiamo sorteggiando)
Ed è proprio BettyBlu ad aggiudicarsi l’ambito premio!
Il sorteggio è stato realizzato tramite il sito random.org in modo tale che le probabilità di vincita di ogni partecipante fossero proporzionali al numero di punti guadagnati.
Ringraziamo tutti i partecipanti al gioco, tutti coloro che hanno provato a indovinare anche senza inviare la risposta alla redazione, e ovviamente Omero, che ci ha fatto divertire con i suoi giochi enigmistici. A presto, con un nuovo concorso.

Percossa, Squeeze; Lettori; Frasi

novembre 24, 2017

Percòssa
Derivato di percuotere, dal latino percutere, composto di per- e quatere ‘scuotere’, formato sul participio passato percosso
Sostantivo femminile.
1. Colpo più o meno violento inferto da una persona a un’altra con le mani, con un bastone o con altro corpo contundente: era ferito per le percosse ricevute; oltre al furto ebbe anche le percosse.
Delitto di percossa: reato contro l’incolumità personale che si verifica quando qualcuno colpisce fisicamente un’altra persona senza causarle però ferite o malattie nel corpo o nella mente.
(non comune) Ferita, contusione o altro segno lasciati da una percossa: e non trovatoglisi piaga né percossa alcuna, … fu creduto lui di dolore esser morto (Boccaccio).
(non comune) Più genericamente, urto violento tra due corpi: sbatté con la fronte contro la parete e ancora porta il segno della percossa.
Anche con uso figurato: Né mai saggio nocchier guardò da scoglio Nave di merci preciose carca Quant’io sempre la debile mia barca Da le percosse del suo duro orgoglio (Petrarca).
Sostegno di percossa: nelle antiche artiglierie d’assedio, robusto parallelepipedo di legno rinforzato con bande di acciaio, su cui urtava la parte inferiore dell’affusto durante lo sparo dell’arma.
2. (meccanica) Forza, detta anche forza impulsiva, forza di percossa o percussione, che si desta nell’urto di due corpi, caratterizzata dal fatto di agire per il tempo brevissimo dell’urto, che può arrivare a un ordine di grandezza del decimillesimo di secondo, ma con alta intensità tale che l’impulso totale corrispondente, dato dal prodotto dell’intensità della forza per il tempo di applicazione della stessa, si mantenga di valore elevato.

Una (parola) giapponese a Roma

Squeeze [skwiz]
Voce inglese, propriamente ‘compressione’, derivato di (to) squeeze ‘comprimere’.
Sostantivo maschile invariabile.
1. (elettronica) In un apparato elettronico complesso, effetto che deforma l’immagine provocandone lo schiacciamento o la dilatazione.
2. (giochi) Nel gioco del bridge, situazione che costringe un giocatore a rinunciare a una carta il cui possesso avrebbe impedito una o più prese all’avversario: mettere, essere in squeeze.

I lettori ci scrivono

Ci scrive Maurizio Codogno.

— Servente è stato anche (raramente) usato come resa italiana di server, esattamente come cliente per client. L’ho ancora sentito usare nei primissimi anni ’90 del secolo scorso. —

Frasi, non futilità

La vita porta via troppo tempo agli uomini.
Stanislaw Lec