Archive for gennaio, 2018

Termite, Jazz; Marchi; Accento; Rovinata

gennaio 31, 2018

Parole a confronto

Tèrmite
Dal latino tardo termes -mitis, variante di tarmes -mitis.
Anche, meno corretto, termìte.
Sostantivo femminile.
Insetto generico appartenente all’ordine degli Isotteri: terrestre lucifugo, a metamorfosi incompleta, che vive in società spesso costituite da un numero enorme di individui in nidi, detti termitai, scavati nel legno o costruiti con terra e legno masticati e impastati, alti fino a 9 metri.

Termìte
Dal tedesco Thermit, marchio di fabbrica.
Sostantivo femminile.
Miscela di ossido di ferro e di alluminio granulare; accesa, sviluppa calore sufficiente a portare a fusione il ferro, ed è usata per saldature in oggetti di ferro, ghisa ecc., nonché nella fabbricazione di bombe incendiarie.

Una (parola) giapponese a Roma

Jazz [dZaz]
Voce gergale inglese di etimo incerto, in origine jass.
Sostantivo maschile invariabile.
1. Genere di musica sorto all’inizio del secolo XX negli Stati Uniti d’America dall’incontro fra la sensibilità musicale della comunità negro-americana e la tradizione europea (musica bandistica, musica da ballo semicolta e musica popolare soprattutto), fondato sul ragtime e su elementi derivati dal folclore nero (blues, canti di lavoro, canti religiosi) ed è caratterizzato dall’improvvisazione, da una particolare tensione ritmica basata sull’accentuazione dei tempi deboli della battuta (swing) e da una tecnica strumentale estremamente libera ed eterodossa: quando non sai cos’è, allora è jazz (Baricco.
2. In funzione aggettivale, jazzistico: musica, complesso, orchestra jazz.

Marchi, non parole

Abbiamo trovato un nuovo marchio: termite.

L’accento, questo sconosciuto

Si dice tèrmite, ma anche termìte se si parla dell’insetto. Si dice solo termìte se si parla della sostanza.

La parola rovinata

DELHINQUENTI
Bande di facinorosi indiani.

Franco Palazzi inaugura il 2018 rovinato.

R- Sgherro, Gratis; Libro; Perle

gennaio 30, 2018

Sghèrro
Dal longobardo skarrjo ‘capitano’.
Sostantivo maschile.
1. Un tempo, uomo d’armi al servizio di un privato, generalmente prepotente e violento.
Faccia da sgherro, brutto ceffo.
2. (spregiativo) Poliziotto, guardia armata: il dittatore era seguito da un codazzo di sgherri.

Aggettivo.
(letterario) Di sgherro: un giovinastro… riconoscibile… ad una sua camminata sgherra (Bacchelli).
Alla sgherra, alla maniera degli sgherri.

Una (parola) giapponese a Roma

Gràtis
Latino gratis, forma contratta di gratiis, ablativo plurale di gratia ‘grazia’; propriamente ‘per compiacenza’, quindi ‘senza esigere compenso’.
Avverbio.
Senza pagare o senza ricevere compenso; gratuitamente: assistere gratis a uno spettacolo; lavorare gratis.

Gratis et amore Dei
Locuzione latina che vale ‘gratuitamente e per amore di Dio’, usata per lo più con tono ironico.

Se questo è un libro

Mauro Cociglio propone:
"La Chimera" di Sebastiano Vassalli.
Un romanzo che potrebbe aver scritto il Manzoni, se solo fosse stato ateo.

Perle dai porci

"L’euro raggiunge il nuovo massimo sul dollaro a uno virgola ventitrè punto sessantadue."
Al GR1 delle 8, fornita da Marco Marcon.

R- Zampogna, Cornamusa,Piva; Paesi: Scotch; La sai!; Perle

gennaio 29, 2018

Parole a confronto

Zampógna
Latino symphonia(m), che è dal greco synphonía, propriamente ‘accordo di suoni’.
Anche, antico o poetico, sampógna.
Sostantivo femminile.
Strumento a fiato di origine pastorale simile alla cornamusa; è costituito da una o più canne sonore fissate ad altrettante aperture di un otre di pelle, entro cui si accumula l’aria immessavi dal suonatore tramite un cannello o un mantice manovrato con il braccio.
Dal medioevo all’età moderna si diversificò in vari tipi, tra cui la cornamusa scozzese e irlandese, a insufflazione indiretta, e la musette francese, con otre in stoffa ricamata.
2. Nel linguaggio venatorio, il richiamo artificiale a fiato col quale si imita il verso della folaga.
3. Nel gergo carcerario, il corredo che ordinariamente viene consegnato ai detenuti, cioè l’occorrente per dormire (coperte, lenzuola, federa, più un asciugamani) e per mangiare (gavetta, piatto e cucchiaio, tutto in alluminio), corredo che, avvoltolato alla consegna per eventuali trasferimenti interni, prende appunto l’aspetto di una zampogna.

Cornamùsa
Dal francese antico cornemuse, derivato di cornemuser ‘suonare la cornamusa’, composto di corner e muser, che valgono entrambi ‘suonare’.
Sostantivo femminile.
Strumento a fiato, formato da uno o più tubi sonori ad ancia doppia, innestati in un sacco di pelle dove viene immessa aria mediante un altro tubo.

Pìva
Latino volgare pipa(m), deriv. di pipire ‘pigolare’. ù
Sostantivo femminile.
Cornamusa.
Andarsene, tornare con le pive nel sacco: (figurato) senza aver combinato nulla, scornati e delusi.
Avere la piva: (figurato) avere il broncio.

Nomi di paesi, la parola

Scotch [skotS]
Voce inglese, propriamente ‘scozzese’.
Sostantivo maschile.
1. Whisky scozzese.
2. Nome commerciale di un tipo di nastro autoadesivo.

Un grande Berilio Luzcech che, non pago, ci propina anche la seguente storiella: pare che il primo produttore di nastri adesivi per risparmiare vendesse nastri di lunghezza inferiore a quanto dichiarato sulla confezione, per cui il nastro meritò l’appellativo di scotch tape.

La sai l’ultima!

– Papà, la mamma è cattiva.
– Zitto e mangia che non c’è altro.

Una barzellettina natalizia di Evelino Bomitali.

Perle dai porci

"Calcio, Inter; Zac: Adriano? Stiamo bene così"
Il titolo futurista di un articolo dal sito di La Repubblica.

R- Congerie, Zarevic; Retorica; Nomididire; Libro

gennaio 26, 2018

Congèrie
Dal latino congerie(m), derivato di congerere ‘mettere insieme, accumulare’.
Sostantivo femminile.
Ammasso disordinato di cose eterogenee: una congerie di carte, di notizie.

Una (parola) giapponese a Roma

Zarevic [tsa’rEvitS]
Adattamento della voce russa tsarévic ‘figlio dello zar’.
Sostantivo maschile invariabile.
Nella Russia zarista, il figlio dello zar designato come principe ereditario dell’impero.

La retorica per tutti

Epanalèssi
Dal latino tardo epanalìpsi(m), che è dal greco epanálìpsis, derivato di epanalambánein ‘riprendere, ripetere’.
Sostantivo femminile.
Figura retorica che consiste nel ripetere, dopo un certo intervallo, una o più parole per rafforzare o chiarire un concetto: Eccoti il re, Signore, che ne disperse, il re che ne percosse (Carducci).

Nomi di dire

Bacio di Giuda
(figurato) Bacio o lusinga che maschera un tradimento.

Mauro Cociglio imperversa.

Se questo è un libro

Il cavaliere svedese, di Leo Perutz.
Proposto da chinalski.

Un romanzo ambientato in un ‘700 tra sogno e incubo, dove i buoni sono tonti e i cattivi fanno venire i brividi, dove i personaggi raggiungono abissi di crudeltà e vette di tenerezza. Nulla è nitido, tutto è dubbio. Tra vescovi sfruttatori, mugnai indebitati, cavalieri ambiziosi e ladri spietati, si incastona la storia di una ragazza ingenua e della sua bambina innocente travolte dalla colpa.

R- Ecatombe, Ecru; Retorica; Nomididire; Rovinata

gennaio 25, 2018

Ecatòmbe
Voce dotta, latino hecatombe(m), dal greco hekatombe, composto di hekaton ‘cento’ e bous ‘bue’.
Sostantivo femminile.
1. Nella religione dell’antica Grecia, sacrificio di cento o comunque numerosi buoi, o di altri animali, a una o a più divinità.
(estensione) Sacrificio grande e solenne di vittime animali.
2. (figurato) Sterminio, strage (anche scherzoso): il combattimento si risolse in una vera ecatombe; l’esame di latino
è stato un’ecatombe.

Una (parola) giapponese a Roma

Écru [e’kru]
Voce francese, composto di un prefisso rafforzativo (é-) e cru, propriamente’crudo’. perché non ha ancora subito la ‘cottura’ di certe operazioni.
Aggettivo.
Detto di tessuto crudo o filato allo stato greggio.
Detto di colore che ricorda quello, grezzo, della corda e dello spago.

La retorica per tutti

Epanàfora
Dal latino tardo epanaphora(m), dal greco epanaphorá, derivato di epanaphérein ‘riportare’, composto di epí ‘sopra’, aná ‘di nuovo’ e phérein ‘portare’.
Sostantivo femminile.
(Linguistica) Lo stesso che anafora.

Anàfora
Dal latino tardo anaphora(m), che è dal greco anaphorá ‘ripetizione’ e ‘offerta’.
Sostantivo femminile.
1. Figura retorica consistente nel riprendere la stessa parola o espressione all’inizio di frasi o di parti di frasi, o di più versi consecutivi. Per esempio: Per me si va ne la città dolente, per me si va nell’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.
(Dante).
2. Nelle chiese orientali, l’offerta del sacrificio nella messa, corrispondente al canone nella liturgia latina.

Nomi di dire

Un povero cristo
Un poveraccio, un infelice.

Proposta da Martina Ferro e Mauro Cociglio.

La parola rovinata

Valletto
Colui che giace sotto le lenzuola col principe Carlo.

Di Riccardo Lancioni. Era il 2003, nel periodo dello scandalo del principe Carlo e del suo amato valletto.