Posts Tagged ‘leggo’

R- Aprés Queneau; Torso, Tirso, Torsolo, Torzone, Musmè; Leggo; Moltilibri

ottobre 5, 2023

Newsletter originale del 13/3/2008

Aprés Queneau

Tutti i seguaci di Piero Fabbri dovrebbero andare a leggere il decimo capitolo del racconto Aprés Queneau. Non se ne pentiranno.

— Già quasi mezzogiorno, per la miseria. Lo sapevo che non dovevo prendere l’autobus, a quest’ora. Ma non posso mica farmi venire a prendere sotto casa dall’auto di servizio ogni santo giorno, e oggi, poi… già ci stanno addosso giornali e telegiornali, ci manca solo un bel servizio sui commissari che si fanno venire a prendere sotto casa dall’appuntato per i loro porci comodi, anzi per andare a lavorare. […] —

Il resto del capitolo è pubblicato sul sito.

Parole a confronto

Tórso
Latino tardo tursu(m), per il classico thyrsu(m).
Sostantivo maschile.
1. Fusto di alcune piante erbacee, privato delle foglie e dei fiori; parte centrale di alcuni frutti dopo averne levata la polpa, contenente i semi e non commestibile: un torso di pera, gettare il torso.
2. (figurato famigliare) Persona buona a nulla o goffa, impacciata.
3. Parte del corpo umano compresa fra il collo e il bacino; busto, tronco: stare a torso nudo.
4. (estensione) Statua priva del capo e degli arti.

Tìrso
Dal latino thyrsu(m), dal greco thyrsos.
Sostantivo maschile.
1. Asta attorcigliata a un’estremità da pampini e edera; era attributo di Dioniso e veniva portato dai suoi seguaci durante le feste a lui dedicate.
2. (botanica) Pannocchia.

Tórsolo
Propriamente diminutivo di torso.
Sostantivo maschile.
(popolare) Lo stesso che torso, nei significati 1 e 2.
Non valere un torsolo: (figurato) non valere niente.
Non stare lì come un torsolo: (figurato) detto di persona impacciata e goffa.

Torzóne
Propriamente accrescitivo di torzo, variante dialettale meridionale di torso nel significato di ‘buono a nulla’.
Anche tozzóne.
Sostantivo maschiole.
(non comune) Frate rozzo.
(estensione) Persona ignorante, rozza.

Una (parola) giapponese a Roma

Musmè
Dal francese m(o)usmée, adattamento del giapponese musume ‘fanciulla’.
Anche musùme.
Sostantivo femminile invariabile.

  1. Giovane donna giapponese.
  2. Ragazza che si prostituisce nelle case di piacere giapponesi.

Leggo perché

A volte non leggo perché devo dormire.
chinalski

Molti libri per nulla

Quarto indizio nono libro

La trama: ricostruire la storia di un…

R- Corrusco, Tembe; Lettori; Animali: Calamaro; Leggo

aprile 26, 2023

Newsletter originale del 19/10/2007

Corrùsco
Dal latino coruscu(m).
Meno comune corùsco.
Aggettivo [plurale maschile corruschi].
1. (letterario) Scintillante, rilucente, fiammeggiante: ei… / … di corrusche armi splendente (Monti).
2. (letterario, figurato) Splendente di bellezza.

Una (parola) giapponese a Roma

Tembe [‘tembe]
Dall’inglese tembe, da una parola di origine bantu.
Sostantivo maschile invariabile.
(etnologia) Abitazione di pianta rettangolare o oblunga con tetto piatto di terra battuta a livello del suolo o a un livello di poco superiore, diffusa presso i Masai.

Le lettrici ci scrivono

Ci scrive Marina Geymonat e ci chiede, a proposito di calamo, parola di qualche giorno fa.

— Ma quindi il calamaro (che ha la forma di una canna cava, presumo, visto che quando è in forma di fritto di pesce si presenta come insieme di anelli) prende il nome da questa parola?? O ho preso un granchio? —

Purtroppo non è così, in quanto il calamaro deriva il suo nome sì dal calamo, ma attraverso il calamaio, e non per la forma ma per la caratteristica di spruzzare dell’inchiostro per difendersi dai predatori.
Comunque, complimenti a Marina per un nuovo animali di parole.

Animali di parole

Calamàro

Propriamente forma dialettale di calamaio.

Sostantivo maschile.

  1. Mollusco marino commestibile, con corpo allungato, ampie pinne laterali, sottile conchiglia interna e dieci tentacoli; in caso di pericolo emette una sostanza nera, detta comunemente inchiostro, che intorbida le acque.
  2. (famigliare) Traccia bluastra che compare sotto gli occhi di chi è molto stanco o ammalato, avere i calamari agli occhi.

Leggo perché

Leggo perché, facendo una cosa sola, in realt ne faccio moltissime.
chinalski.

R- Umbone, Melt-down; Lettori; Animalididire; Leggo

aprile 14, 2023

Newsletter originale del 15/10/2007

Umbóne
Dal latino umbone(m).
Sostantivo maschile.
1. Piastra di metallo rilevata e di varia forma che si applicava nella parte centrale dello scudo; aveva soprattutto la funzione di far rimbalzare le frecce e le altre armi da getto.
2. (botanica) Prominenza centrale di alcuni organi vegetali.
3. (zoologia) Zona centrale rilevata da cui hanno inizio gli anelli concentrici che ornano le valve dei lamellibranchi.

Una (parola) giapponese a Roma

Melt-down [‘meltdaun]
Voce inglese; composto di melt ‘fusione’ e down ‘giù’.
Sostantivo maschile invariabile.
(fisica) Incidente che consiste nella fusione del nòcciolo del reattore di una centrale nucleare, accompagnata dallo sprofondamento del materiale radioattivo nel sottosuolo.

I lettori ci rispondono sulle Mode di dire burocratesi

Piero Fabbri risponde alla domanda di Marco Marcon.

— La storia di “dossierizzazione” mi ha molto intrigato (sia la parola in sé, sia l’argomento specifico su Don Gelmini). […]
Il Sabatini Coletti l’ho comprato giusto una decina di giorni fa […] e ha superato questo primo test del dossieraggio. Tieni conto che è edizione 2004. Orbene:

Dossieràggio
Derivato di dossier con –aggio. Anno 1995.
Sostantivo maschile (plurale dossieraggi).
(spregiativo) Raccolta e diffusione di dossier come mezzo di lotta politica. —

Animali di dire

Salto della quaglia
(figurato) Scavalcamento delle posizioni politiche e ideologiche di un partito da parte di un altro.
(estensione) Passaggio di una persona politica da un partito o ideologia a un altro contrapposto al primo.
Inoltre indica, tra i giovani, la pratica contraccettiva del coito interrotto

Proposto da Massimo Chiappone, mica uno qualsiasi.

Leggo perché

Ci scrive Simona Brugnoni.

— Poiché sono una lettrice, ma non sono una scrittrice, uso parole non mie.
“Forse ho cominciato a scrivere soltanto per vendicarmi del mondo. Per vendicarmi e per ricavare da esso tutto quello da cui mi ha escluso.”
Da “Fiasco” di Imre Kertesz, premio Nobel per la letteratura nel 2002. —

R- Dossiere, Dossier; Lettori; Dizionario; Leggo

marzo 30, 2023

Newsletter originale del 8/10/2007

Parole a confronto

Dossière
Dal francese antico dossier, derivato di dos ‘dorso’.
Sostantivo maschile.
1. (non comune) Spalliera imbottita che sta a capo del letto.
2. (non comune) Parte della bardatura dei cavalli da tiro a cui sono uniti i portastanghe.

Una (parola) giapponese a Roma

Dossier [do’sje]
Voce francese; derivato di dos ‘dorso’, perché sul dorso della cartella era posta un’etichetta che ne specificava il contenuto.
Sostantivo maschile invariabile.
1. Cartella, fascicolo, pratica.
2. Raccolta di prove o testimonianze o dati relativi a una istruttoria o un’indagine.
3. (estensione) Raccolta di dati e documenti riguardanti un medesimo argomento: preparare un dossier sulla criminalità giovanile.

I lettori ci scrivono sulle mode di dire burocratesi

Quando il lettore che scrive è Marco Marcon gli lasciamo volentieri il posto, a parte la difficoltà a inserire il suo contributo in una rubrica.

— Dossieraggio.
Nonostante non figuri sui dizionari (almeno De Mauro, Garzanti, Zingarelli e Devoto-Oli) ricorre ben 12.900 volte su Google. Lo spunto deriva dal seguente simpatico (?) articoletto.
[ANTEFATTO Don Pietro Gelmini è accusato di molestie sessuali. Lui nega e si difende accusando a sua volta prima gli ebrei (?) poi i massoni (??), insomma la butta in caciara. La Stampa tira fuori che negli anni ’70 è stato in galera per truffe e imbrogli vari. FINE ANTEFATTO]

“Attività di dossieraggio. «Da quali armadi e schedari sono uscite le notizie sul passato di don Gelmini?». A tarda sera Alessandro Meluzzi prende voce in nome e per conto di don Gelmini e minaccia querele. Ce l’ha con il giornalista de «La Stampa» che ieri ha pubblicato la storia segreta del prete anti-droga, quella che non figura nelle biografie ufficiali, quella che parla di carcere, di truffe e di scomuniche. Quella che il tempo ha cancellato e di cui è difficile trovare traccia anche negli archivi delle agenzie giornalistiche.
«Articoli come quelli scritti in questi giorni su don Gelmini – dice Meluzzi – presuppongono un’attività di dossieraggio. Ora questo lavoro sarà valutato attentamente da don Gelmini che deciderà poi se avviare iniziative legali». […] «Era il 13 novembre 1969 – scrive «La Stampa» – quando i carabinieri lo arrestarono per la prima volta, nella sua villa all’Infernetto, zona Casal Palocco, alla periferia di Roma. E già all’epoca fece scalpore che questo sacerdote avesse una Jaguar in giardino… All’epoca, Gelmini aveva un certo ruolo nella Curia. Segretario di un cardinale, Luis Copello, arcivescovo di Buenos Aires. Ma aveva scoperto la nuova vocazione. «Rinunciai alla carriera per salire su una corriera di balordi», la sua battuta preferita.
I freddi resoconti di giustizia dicono in verità che fu inquisito per bancarotta fraudolenta, emissione di assegni a vuoto, e truffa. Scappato in Vietnam viene condannato a quattro anni di carcere che sconta tutti. «Come detenuto, non è esattamente un modello e spesso costringe il direttore a isolarlo per evitare “promiscuità” con gli altri reclusi». Cattiverie? Le biografie ufficiali sorvolano su questi episodi.” —

La Parolata è un po’ in difficoltà a rispondere. Wikipedia riporta come definizione di dossieraggio “attività di creazione di un dossier”, attività che ha poco di illegale. Ci spiega però Luigi Li Gotti, sottosegretario alla giustizia: «[…] il governo insiste […] dal momento che c’è un vuoto normativo sul problema del “dossieraggio”, cioè la creazione e divulgazione di dossier illeciti».
Insomma, sembra che fare dossier su un argomento utilizzando informazioni lecite e pubbliche non sia dossieraggio (almeno nell’accezione burocratese), mentre lo è farli utilizzando informazioni coperte da segreto, che in Italia non ci facciamo sicuramente mancare.

Dizionario gastronomico italiano-italiano

Lungi dal ritenere chiusi gli argomenti cocomero fagiolini e altro, apriamo un nuovo fronte con Michele Agresti.

— In Puglia, ma credo anche in molte altre regioni del centro-sud Italia, il marocchino è semplicemente un cittadino del Marocco, non si usa chiederne uno al bar. Il termine equivalente è espressino. —

Leggo perché

Leggo perchè… così non mi dimentico come si fa!
Paolo Campia

R- Blasone, Araldo, Araldica; Paesi: Pi Greco; Mode; Leggo; Rovinata

marzo 17, 2023

Newsletter originale del 3/10/2007

Parole a confronto

Blasóne
Dal francese blason ‘scudo’, di etimo incerto.
Sostantivo maschile.
1. Stemma gentilizio, insegna araldica: ritratti decorati da un blasone.
(estensione) Disegno, motto e simili che indica distinzione, appartenenza a un gruppo chiuso, a un’elite: blasone dell’università.
(figurato) Parola d’ordine, concetto dominante che riassume, ispira una situazione: ha fatto dell’altruismo il suo blasone.
2. (estensione) Nobiltà di natali.
3. Scienza dell’arme e di tutto ciò che ha rapporto con l’araldica.
Arte di comporre e descrivere le insegne araldiche.

Aràldo
Dal francese antico hiralt, e questo dal francone heriwald ‘che conduce l’esercito’.
Sostantivo maschile.
1. Nelle corti medievali, funzionario della corte reale o feudale o comunale che svolgeva missioni diplomatiche, era incaricato di rendere pubbliche le decisioni e le leggi del signore o delle autorità comunali e presiedeva ai tornei, regolando il corretto uso delle insegne.
2. (estensione, letterario) Messaggero, ambasciatore; banditore.

Aràldica
Da araldo.
Sostantivo femminile.
Disciplina che studia gli stemmi e, più in generale, i titoli nobiliari.

Nomi di paesi, la parola

Pi grèco
Dalla lettera p, iniziale del greco perímetron, composto di perí ‘intorno’ e -métron ‘misura’, propriamente ‘misura intorno’.
Locuzione sostantivale maschile invariabile.
(matematica) Simbolo che esprime il rapporto fra la lunghezza della circonferenza e il suo diametro; è indicato dalla lettera greca omonima π e corrisponde a un numero irrazionale approssimativamente espresso da 3,1416.

Una parola che mancava alla nostra raccolta.

Mode di dire

Diciamolo, questa storia del “lato B” è insopportabile oramai da tempo. La locuzione è nata da una futile discussione durante il concorso di miss Italia edizione 2007 che ha occupato pagine di giornali e molteplici servizi televisivi, grazie all’ipocrita morbosità di giornalisti e giornaliste e tramite ampio uso di immagini esplicative del concetto. Non vogliamo addentrarci in alcuna discussione, ma solo segnalare una frase detta al TG1 a riguardo.
“Il lato B, ossia il fattore C, cioè il fondoschiena.”
Qualcuno mi dovrebbe spiegare perché, se si chiama fondoschiena, è indicato con la lettera B (e qui, ancora ancora, si può capire, anche se penso che chi non abbia avuto a che fare con cassette musicali o dischi in vinile possa avere delle difficoltà di interpretazione) oppure, in modo ancora più curioso, con la lettera C.

Leggo perché

Non proprio un “leggo perché”, ma quasi. L’ha proposto Nicoletta Bersia.

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Gustave Flaubert.

La parola rovinata

VENTAGLIO
Aria che si respira attorno a chi ha mangiato piccante.

Giuseppe Lucca!