Onèsto
Dal latino honestus, propriamente ‘onorato’, derivato di honos -oris ‘onore’.
Aggettivo.
1. Di persona che agisce con onestà, lealtà, rettitudine, sincerità, in base a principi morali ritenuti universalmente validi, astenendosi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che esercita, all’ambiente in cui vive: è un uomo onesto, di animo onesto; un commerciante onesto, che si accontenta di un giusto guadagno.
Anche di chi, nel suo lavoro, è scrupoloso, coscienzioso: è un impiegato, un operaio onesto; un onesto studioso (spesso con valore limitativo, intendendosi dire che supplisce con la diligenza alla mancanza di genialità, di originalità e simili).
Talora con riguardo al comportamento in singoli casi: è stato onesto per una volta, e ha confessato spontaneamente il suo furto; è stato onesto a chiedermi solo quindici euro per la riparazione; Onesto Iago, traduzione dell’inglese honest Iago, espressione che ricorre frequente nell’Otello di Shakespeare, riferita talvolta sarcasticamente a chi, sotto false apparenze, nasconde intenzioni malvagie o prepara inganni, tradimenti.
Donna, ragazza onesta: (disusato) la cui condotta, specialmente nella sfera sessuale, si conformava a quei principi che dall’opinione comune venivano ritenuti moralmente corretti.
Sostantivato, al plurale, persone oneste: ha meritato il biasimo di tutti gli onesti.
2. Riferito a soggetto di cosa (indicante aspetto, atto, comportamento ecc.): che esprime l’onestà dell’animo: ha una faccia onesta; o che soltanto la finge esteriormente: si era presentato agli elettori sotto apparenze oneste.
Che è conforme alla legge morale, alle leggi dell’onore, della rettitudine, della probità, o che, in genere, non ha nulla in sé di moralmente riprovevole: ha condotto sempre una vita onesta; agire per uno scopo onesto, non ho fatto nulla di men che onesto.
Con significati più particolari: prezzo, guadagno onesto, contenuto entro giusti limiti, non esorbitante; fare un’onesta dichiarazione, relazione, testimonianza, sincera, leale, corrispondente a verità, non alterata per secondi fini; la sua è stata una critica onesta, equilibrata, obiettiva, non mossa da malanimo; è una domanda onesta, legittima, lecita.
(antico) Conveniente, opportuno: Chi ei si fosser [i miei maggiori] e onde venner quivi, Più è tacer che ragionare onesto (Dante); se onesta cagione avesse potuta avere (Boccaccio), cioè un motivo ragionevole, plausibile, che non suscitasse dubbi o critiche.
Con valore neutro in funzione di predicato: non è onesto negare, pretendere, ecc.
Come vero e proprio sostantivo neutro, ciò che è onesto, o anche, talora, l’onestà: tenersi nei limiti dell’onesto; farsi difensore del giusto e dell’onesto; con senso più determinato, quando si può sottintendere un nome: contentarsi dell’onesto (guadagno o simili).
3. (antico) Decoroso, onorato o onorevole: se la stanza [cioè la permanenza nella vita] Fu vana, almen sia la partita onesta (Petrarca); Colla chioma arruffata e polverosa, E d’onesto sudor bagnato il volto (Poliziano); Dignitoso, nobile: bello e grande della persona, vestito di panni bruni assai onesti (Boccaccio); O Tosco che per la città del foco Vivo ten vai così parlando onesto (Dante). Spesso esprime insieme la dignitosa compostezza e la modestia, soprattutto nell’atteggiamento: Tanto gentile e tanto onesta pare [cioè appare, si mostra] La donna mia quand’ella altrui saluta (Dante).
Onestaménte
Avverbio.
In modo onesto, con mezzi onesti, con onestà: vivere, agire, comportarsi onestamente; soldi guadagnati onestamente.
In molti casi, specialmente nel linguaggio parlato, ha un significato più generico e vago, equivalente a locuzioni quali «in coscienza», «in verità», oppure, in frasi negative, «senza offendere la verità, la giustizia, l’equità» e simili: bisogna onestamente riconoscere che …; onestamente, non mi sento di affermarlo; non si può onestamente pretendere di più da lui.
(antico) Onorevolmente, decorosamente; con dignità e compostezza: Come ’l candido piè per l’erba fresca I dolci passi onestamente move (Petrarca); con bel garbo, cortesemente: egli ci ha onestamente e in poche parole detta la maggior villania del mondo (Boccaccio).
Onestà
Dal latino honestas -atis, derivato di honestus.
Anche, antico, onestàde.
Sostantivo femminile.
La disposizione d’animo e il comportamento, specialmente abituale, di chi è onesto, nelle varie accezioni dell’aggettivo: uomo di grande, provata, specchiata, rara, integerrima onestà, o di poca, scarsa onestà; persona di sicura o di dubbia onestà.
Con senso più generico, riferito a soggetto astratto, il fatto di essere onesto: onestà di vita; operare con onestà di propositi; sono certo dell’onestà delle sue intenzioni.
(antico) Decoro, dignità: atti ornati di tutte onestadi (Dante); gentilezza, nobiltà d’animo: il re, da una reale onestà mosso, subitamente rispose che gli piacea (Boccaccio); modestia, cioè compostezza e riservatezza nel contegno.
Parole monouso
Rèsta
Derivato di restare.
Sostantivo femminile.
1. (antico) Fermata, arresto, posa.
2. Ferro di varia foggia, applicato sulla parte destra del petto della corazza per appoggiarvi il calcio della lancia in combattimento; poteva essere fisso o a cerniera, e si incominciò a usare verso la metà del secolo XV. Di qui le espressioni mettere la lancia in resta, disporsi al combattimento: al terzo suon mette la lancia in resta (Ariosto); Posero in resta e dirizzaro in alto I duo guerrier le noderose antenne (Tasso); e stare, partire con la lancia in resta (o partire lancia in resta), essere pronto a combattere, partire per l’attacco, anche in senso figurato e con tono scherzoso.
(estensione) L’estremità della lancia, cioè la parte di essa che poggiava sulla resta: L’aste sin alle reste han fracassate (Berni).
Maurizio Codogno ci propone una parola monouso.