R- Protozoi, Sutra; Lettori; Schiele

Maggio 24, 2024

Newsletter originale del 27/8/2008

Protozòi
Dal latino scientifico Protozoa, composto del greco prôtos ‘primo’ e zôion ‘animale’.
Sostantivo maschile plurale.
(zoologia) Sottoregno animale comprendente tutti gli organismi microscopici unicellulari, diffusi nelle acque e nel terreno. Possono essere anche parassiti.

Protozòo
Sostantivo maschile.
Ogni organismo di tale sottoregno.

Una (parola) giapponese a Roma

Sutra [‘sutra]
Voce in sanscrito, propriamente ‘norma’.
Sostantivo maschile invariabile.
(religione) Nella cultura letteraria e religiosa dell’India antica, aforisma molto breve, normalmente di carattere religioso e rituale, ma anche letterario, scientifico, filosofico e simili, accompagnato da commentari fondamentali per la sua interpretazione e comprensione.
Raccolta di tali aforismi e dei relativi commentari.
(antonomasia) Nella letteratura buddhista, la raccolta dei discorsi attribuiti al Buddha Shakyamuni, che costituisce la seconda parte del Tipitaka.

I lettori ci scrivono

Gli attivissimi lettori della Parolata ci scrivono anche riguardo alla frase “mettere il carico”. Diamo la parola a Berilio Luzcech.

— A sostegno dell’espressione “aggiungere il carico” da me già proposta posso mettere veramente un carico, in quanto l’autore Andrea Camilleri la usa con frequenza nei sui libri (seppur scritti in un misto dialetto-italiano), il che prova che la frase è in uso dal Po alla Sicilia. —

Poi Mauro Cociglio.

— Camilleri usa molto spesso il detto “mettere il carico da 11”. Ecco cosa ho trovato su it.answers.yahoo.com a questo proposito.
Il detto è “carico da 11”. Deriva dal gioco della briscola dove l’asso ed il 3 vengono chiamati “carichi”. Il punteggio massimo è quello dell’asso che vale 11 punti. Perciò quando la mano di gioco viene “appesantita” dall’asso si dice “metterci il carico da 11”, cioè il massimo del punteggio. Nel gergo comune significa fare qualcosa che peggiora una situazione già gravosa di suo. —

Come si dice Schiele

J. D. Salinger si dice [‘salindZer], con la g dolce.

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